lunedì 2 ottobre 2017

UN CALCIO AL TERREMOTO - QUANDO NELLO SPORT VINCE CHI FA DEL BENE


UN CALCIO AL TERREMOTO


Ritratto di un tranquillo lunedì mattina, all'interno del bar del paese: il sordo tintinnio delle tazzine da caffè, il profumo dei cornetti appena sfornati, il fruscio delle pagine dei quotidiani, sfogliati per una scorsa veloce, prima di recarsi al lavoro. Si parla del più e del meno, e, come ogni lunedì che si rispetti, si divaga sulle attività intraprese durante il weekend. La parte del leone la recita il protagonista indiscusso delle domeniche italiane: il calcio. Ognuno commenta le gesta della sua squadra del cuore, chi esulta, chi impreca...più o meno tutti avrebbero saputo come ottenere un risultato diverso. Piccoli riti che osservo da lontano, spettatrice più interessata alle note di colore, che alle reali vicende della classifica delle squadre di serie A.
Oltre agli scudetti, ai contratti milionari dei giocatori più famosi ed al gossip di campionato, esiste poi un altro "Calcio", quello che nasce fra le le consuete porte, fatte con le felpe e gli zaini buttati su di un prato, e che fa sognare, ma soprattutto divertire, migliaia di ragazzini ogni anno.
E' il calcio giocato nelle piccole grandi Società che operano sul territorio e a cui si dedicano con altrettanta passione e volontà, genitori, allenatori e dirigenze. Persone che, con dedizione, spirito di aggregazione e anche qualche sacrificio, diventano molto spesso dei gruppi, da cui poi nascono anche bellissime storie di amicizia e solidarietà. 
Una di queste è proprio quella a cui ho partecipato durante il fine settimana appena concluso. La Società Sportiva USVAS1946, con il patrocinio del Comune di Valvasone Arzene (PN) ha organizzato l'evento UN CALCIO AL TERREMOTO: torneo federale ufficiale, categoria pulcini, che si è svolto presso lo Stadio Castellan di Valvasone, con lo scopo benefico di raccogliere fondi per la realizzazione di un nuovo sito dedicato alle attività sportive nelle zone di Amatrice. 
Dopo i tragici avvenimenti che hanno fortemente danneggiato quelle zone, infatti, logicamente la priorità, in prima battuta era stata data alla realizzazione di moduli abitativi, atti ad accogliere chi aveva perso tutto. Gli spazi delle attività sportive erano allora stati riconvertiti, ospitando tende e strutture che potessero offrire un riparo. Ma se le persone hanno giustamente bisogno di case, le anime hanno anche bisogno di continuare a nutrire le proprie passioni, spendendo magari qualche ora fra la spensieratezza, l'impegno e la socialità. Il caso ha voluto che uno dei genitori dei ragazzi che giocano nella Società Usvas, avesse dei contatti nelle zone colpite dal sisma, e che così abbia lanciato la proposta di realizzare questo torneo, subito accolta con prontezza ed entusiasmo. La macchina organizzativa si è perciò messa in moto, adoperandosi per far sì che l'idea si tramutasse in una giornata all'insegna dello sport, della convivialità e di aiuto concreto. Il risultato è stato un torneo classico ad otto squadre, a cui hanno partecipato con entusiasmo, oltre all'USVAS , promotrice dell'evento, le Società: PALMACALCIO (Palmanova), SAS CASARSA,  GRAVIS,  POLISPORTIVA CODROIPO, CALCIO ZOPPOLA (presente con due squadre) e SAN ODORICO
Durante la giornata, oltre alle partite che hanno coinvolto i ragazzi dai sei agli otto anni, è stato organizzato il pranzo, a base di prodotti provenienti proprio dalle zone colpite dal terremoto, in maniera da contribuire ulteriormente alla causa benefica della giornata, il cui ricavato verrà devoluto all'ASSOCIAZIONE AMICI DI GRISCIANO (ACCUMOLI -RI).
 il Presidente dell'USVAS Omar Bortolussi
assieme ad una rappresentanza
dell'instancabile staff.
Una bellissima iniziativa, sponsorizzata anche dai marchi Bofrost e Pitars, che, dopo il rinvio a cui era stata costretta, causa maltempo, domenica scorsa, si è svolta sotto i buoni auspici del tempo e di una diffusa atmosfera di vivacità ed armonia. Immagine di un calcio domenicale forse non troppo diffuso, ma che, mosso dagli intenti più nobili e meno commerciali, sa regalare ancora spensieratezza, sorrisi e solidarietà!


martedì 1 agosto 2017

LIBERO SPAZIO DI UNA VIAGGIATRICE SENZA VIAGGIO

Eccomi. In ritardo su tutto, anzi, no: fondamentalmente in ritardo su questo blog.
Lavoro, lavoro, lavoro...come tanti (anzi, forse come chi è fortunato, visti i tempi) e, sempre correndo, cerco di vivere vedendo quante più cose possibile. Riempio occhi e memoria di storie. immagini e sfumature. Tento di raccontarle e trasmettere le emozioni che mi hanno donato: chi parlando del suo vissuto, oppure attraverso i luoghi che ho visitato.
Si attende l'estate e poi la si rincorre, in perenne gara con il tempo che non c'è, con i soldini che scarseggiano o che, comunque vanno investiti nelle "cose importanti".
I viaggi non rientrano in questa categoria, però il cibo si: a volte siamo costretti a dimenticare che anche l'anima ha bisogno del suo nutrimento.
Così oggi, primo giorno libero dopo diverso tempo, fra una lavatrice e l'altra traccio un breve resoconto di questi mesi di assenza (mesi?!OMG!).

Maggio è stato il mese in cui "sniffavo l'aria" della primavera e due sono stati gli eventi che mi hanno riempito l'anima di emozioni.
Il primo sicuramente una "fuga" rubata, (sul filo del rasoio) in quel di Treviso per poter ammirare Le storie dell'Impressionismo.
Allestita presso il Museo di Santa Caterina, la mostra mi ha felicemente ricongiunto con antichi amici dai nomi altisonanti: da Corot a Renoir, da Gauguin a Degas, fino all'intramontabile Van Gogh. Devo parlarne? Serve, realmente?
Nel caso qualche sfortunato se la fosse persa (di solito includo anche me nella categoria), posso solo rincuorarvi anticipando che, in tempi non troppo lontani, il Maestro Vincent tornerà a farsi ammirare nella città veneta. Occasione da non lasciarsi sfuggire.

Emozione di tutt'altro tipo ma decisamente intensa, quella regalatami dal concerto degli Harmony Gospel Singers presso il Teatro Piccola Fenice, a Trieste.
Volete sapere com'è andata? Qui un piccolo assaggio: https://www.youtube.com/watch?v=HRD-z5JMTHI
Di più non dico perché sono di parte.

Giugno mi ha portato a stringere la mano a due grandi artisti: Leonardo Bellaspiga e Elio Ciol.
Non amo "riciclare" parole ed emozioni, perciò, vi riporto gli articoli che questi incontri hanno fatto germogliare dai tasti del mio pc:








                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       
I pomeriggi di sole, sono stati inoltre occasione per avvicinarmi a due realtà che conoscevo relativamente: l'automobilismo d'epoca e gli aerei storici.
Esperienze che si sono tradotte in altri due articoli:

Sta volta però non ve li riporto.
Se avrete il piacere di farlo potrete trovarli, leggerli (E CONDIVIDERLI), sulla pagina facebook Ladanychescrive, nonché sullo stesso profilo Instagram.

Pensate sia finita qui?
In realtà ci sono ancora due bellissime escursioni di cui raccontare.
La prima è senz'altro quella presso le Grotte di Pradis, in occasione delle Giornate della Preistoria.
Vi invito a visitare la pagina dell'Associazione Culturale Pradis che  ha anche molto amichevolmente ospitato l'articolo che ne è nato.
                                                                                                                                                                 

La seconda non è diventata un'articolo, ma la conservo gelosamente come colonna sonora di questa estate:
il concerto di Tiziano Ferro a Lignano, condiviso con una persona speciale.


Che dire...altre avventure bollono in pentola, ma al momento mi limito ad aver aggiornato il mio piccolo blog riassumendo quelle che stavano scivolando troppo indietro nel calendario.
Di sicuro non le dimenticherò ma ho pensato che fosse comunque carino condividerle con voi.
Buona estate e ...a presto!

Ladanychescrive 😏

lunedì 24 aprile 2017

Rifiorisce il "vecchio" e si crea il "nuovo": istantanee di donne in primavera

Le parole sono mezzi potenti, basta pronunciarne alcune e ti trasmettono subito un'idea; anche la rapidità e l'immediatezza della comunicazione sono altrettanto efficaci; credo però che parole e velocità, unite,  possano nascondere, talvolta, un'insidia: quella di rimandare a degli stereotipi.
Penso a termini come "usato", o "vecchio", che subito evocano idee di qualcosa di arrivato a fine corsa; immagino una nipote che riceve dalla zia un "mobile vecchio", o una borsetta "usata" e,  idealmente confronto la sua espressione se invece dovesse avere in dono un "pezzo d'antiquariato" o un "accessorio vintage".  Certo, è vero, antico è ciò che ha superato il secolo e vintage è una definizione destinata solo a ciò che vanta più di vent'anni...ma non è detto che sia tutto riconducibile solo ad un "affare di compleanni".
Lo stesso principio credo si possa applicare alla definizione di "pic-nic di Pasquetta": forse tutti abbiamo immaginato una coperta stesa su di un prato verde.
A chi si diverte a superare gli schemi delle idee preconfezionate penso possa far piacere conoscere Easy Fest: manifestazione che si è svolta a San Vito al Tagliamento il week di Pasqua: a giudicare dalla moltitudine di persone accorse da un po' tutto il Friuli Venezia Giulia (ma non solo), a incuriosirsi sono stati proprio in tanti.
Molteplici le occasioni di richiamo: dalle gustose pietanze dello street-food al mercatino Wintage Advantage presso l'ospedale dei Battuti, dal trucca bimbi alla visita turistica del centro storico, dalle consulenze beauty al Puro Vintage nel Palazzo Altan. Senza trascurare l'originalità del pic nic in piazza: una pacifica invasione colorata di tovaglie a quadretti bianchi e rossi, per un pranzo in famiglia o con gli amici, proprio nella splendida piazza di San Vito. 
Il profumo delle pietanze mi ha accolto appena arrivata, così come pure l'allegro vociare della festa, che però non si è mai tramutato in fastidiosa confusione, invitando in maniera accattivante ad un assaggio.


Entrando nell'antica costruzione che ospita il Wintage si respira invece un'atmosfera prettamente femminile: si ha più l'impressione di entrare in un negozio a tema, piuttosto che in un mercatino dell'usato.
Le gentili signore (le Wins, come le chiama Orsola Zuccheri, insuperabile artefice dell'evento) sono sorridenti e vestite in maniera impeccabile: pronte al consiglio e disponibili per un aiuto, si muovono con familiarità fra i vestiti appesi, incorniciate dagli affreschi alle pareti. I loro passi e le voci risuonano ovattati dalla calda essenza del legno.  Difficile non lasciarsi affascinare ed andarsene a mani vuote.
 Poco lontano, nelle preziose stanze del Palazzo Altan, va invece in scena il Puro Vintage, ed anche qui, come ai Battuti, la cornice contribuisce ad esaltare i contenuti: la musica richiama motivi provenienti dai giradischi delle nonne e accompagna la visita fra orologi di pregio e abiti da sposa che levano il fiato. C'è anche lo spazio per ricaricarsi in attesa del prossimo acquisto, passeggiando nel verde giardino o gustando un prelibato dolcetto (irrinunciabile!) presso lo spazio caffetteria. Incuriosita dalla cura dettagliata e dalla gentilezza con cui raccontano dei loro prodotti, scambio qualche parola con  Carla Amadio e Simona Lilou, che, a dispetto dei chilometri che dividono le loro vite di tutti i giorni, accomunate dalla grande passione per il Vintage, sono diventate colleghe ed amiche, pur mantenendo il loro campo di interesse. Carla ha iniziato ad avvicinarsi a questo mondo "praticamente dalla carrozzina", dice sorridendo, in quanto la famiglia si occupa di antiquariato. Crescendo, ha avuto poi modo di approfondire la conoscenza sul tema  del abbigliamento Vintage facendo molta ricerca ed operando sul campo. Simona ha invece accresciuto la passione per gli accessori e la bigiotteria degli anni '50 durante la sua permanenza a Bologna, nonchè attraverso contatti con gli Stati Uniti, che, in quegli anni, rispetto alla condizione italiana, erano molto più ricchi.
Di evento in evento hanno quindi consolidato la loro amicizia lavorando spesso insieme. 

La giornata giunge al termine quasi in modo inaspettato e, per chiuderla con dolcezza, Catia infine ci porge un cupcake il cui gusto accompagna i miei passi mentre auguro a San Vito un arrivederci alla prossima edizione. 


Un grazie di cuore per aver chiacchierato con me con sorrisi, disponibilità e simpatia (e per il buonissimo cupcake!) a Orsola, Simona, Carla, e Catia (di seguito i profili social legati alle loro iniziative: Wintage  Advantage,  La fenice di Lilou, Le Petite Boutique Vintage, DPCakeArtSugar)



 la gentile prelibatezza  DPCakeArtSugar
Nella foto :Simona Lilou e Carla Amadio 

venerdì 24 febbraio 2017

quell'idea positiva di trasformare futili parole ostili in PAROLE O_STILI

Alzarsi di buon ora non sempre è un piacere e, molto spesso, capita di vivere l'inizio del nuovo giorno con i meccanici automatismi della consuetudine. Lasciandosi però accompagnare dal canto dei merli o dai riflessi ambrati della luce crescente, le prime ore della giornata possono anche regalare pacate parentesi di riflessione.

 Sono piccoli attimi, in cui i profili degli edifici sono ancora tinti di scuro, e, assieme ai rami degli alberi, che, ancora spogli, si levano verso l'alto, disegnano giochi di contrasto con le sfumature del cielo. Momenti in cui la quiete precede il caos ed in cui la mente è ancora ben disposta all'ascolto. Poche frazioni di ore e tutto sarà già trasformato, non in qualcosa di buono oppure di cattivo, semplicemente di diverso, teso a quell'ormai consueta gara con il tempo che caratterizza le giornate di tante persone. E quante parole scandiranno i ritmi della quotidianità: frasi di saluto, di relazione, di commiato, magari qualche imprecazione davanti ad un imprevisto; ci saluta un mondo a caratteri in grassetto: titoli di giornali, slogan pubblicitari, messaggi sui computer e dai nostri smartphone. Le parole sono ovviamente importanti, sono il perno della comunicazione, ma cosa accade quando smettono le sembianze pacifiche di un ponte ed assumono quelle acuminate e pungenti dell'offesa, della calunnia o della minaccia? Come si possono difendere le persone più deboli ed educare le generazioni più giovani ad un corretto utilizzo delle parole nel web?
Queste ed altre domande sono state oggetto di discussione durante l'evento “Parole O_stili”, che si è tenuto a Trieste il 17 e 18 febbraio: una due giorni di lavori che si è posta l'obiettivo di riunire professionisti e semplici appassionati, confrontandosi sul tema del linguaggio in rete. Due appuntamenti ricchi di incontri e di ospiti importanti, quali la Presidente Laura Boldrini, il giornalista Enrico Mentana ed il cantante Gianni Morandi. Nonostante i nomi di rilevo, come recita la home page dell'iniziativa, “...non ci saranno guru ma sarà importante il contributo di tutti”.
Come racconta la fondatrice Rosy Russo, il progetto nasce quasi per caso “...da una telefonata e da settanta mail che parlavano di un sogno: della volontà di diffondere il virus positivo dello scegliere le parole con cura”. Un sogno dai contenuti però molto concreti, affrontati in sessione plenaria durante l'assemblea del venerdì, e divisi in nove panel nei lavori del sabato, in cui si è spaziato dai temi dei Social media ai tweet religiosi di Papa Francesco, dalle bufale della disinformazione ai turpiloqui della politica.
Una rilevante occasione di incontro e di crescita per sottolineare quanto le parole siano importanti, e come possano ferire, talvolta con conseguenze tragiche, come nei noti casi di cronaca di questi ultimi anni; per ricordare che dietro ai monitor ed alle tastiere ci si rivolge sempre ad interlocutori reali, che possono avere idee divergenti rispetto alle nostre, ma a cui non va mai negato il rispetto; infine, una considerevole opportunità di dimostrare come l'utilizzo corretto di internet riesca a portare dei frutti significativi, quali la rivalutazione e la diffusione di un modo di comunicare all'insegna della civiltà e della costruttività.



sabato 3 dicembre 2016

Ti piace questo blog? Clicca sul tasto "SEGUI" ne sarò felice!

Ciao a tutti! Piccola novità: da oggi, in alto a destra del testo, compare il tasto "SEGUI", che vi dà la possibilità di diventare lettori abituali di quello che viene pubblicato.
Se avete piacere vi invito a cliccare e a diventare amici di questo blog.
Un saluto e..a presto!

giovedì 1 dicembre 2016

Novembre è scappato!




  Proprio così...è un'alba bellissima e io mi accorgo che è anche l'inizio di un nuovo mese. Novembre, che succede? Avevi fretta? Nemmeno il tempo di presentarti e sei già scappato. 
Ok, ti perdono, del resto tutti non fanno altro che lamentarsi di esser sempre di corsa...non hai fatto altro che adeguarti a questi tempi un po' strani, dove il timer della felicità sembra sempre pronto a scattare.
Novembre per una triestina trapiantata in Friuli è un mese che si vive sospeso: a Trieste è tempo di favette, (i tipici dolcetti alle mandorle dai colori rosa, bianco e cioccolato), è tempo di "cossa fe per el ponte de San Giusto?" (la ricorrenza del Patrono di Trieste si festeggia il 03 novembre e si unisce così alla festività dedicata ai Santi), mentre in Friuli si coniuga l'invasione dei ceri commemorativi nelle vetrine con l'allegro vociare dei bambini, che vanno in giro per il paese scandendo "dolcetto o scherzetto?".
Tempo di pioggia, nebbia e umidità, di panni che non si asciugano e di pomeriggi che son già sere.

E' tempo di quella sensazione di non avere tempo. Ma anche novembre sa coglierti di sorpresa: con un'alba dai colori che non ti aspetti, o con un incontro inatteso durante una passeggiata nel centro di San Vito al Tagliamento.
E' domenica: le luci del pomeriggio virano già alle sfumature dell'imbrunire; la piazza non è molto affollata, ma si respira aria di preparazione al Natale: qualche riflesso luccicante da un addobbo di una finestra, qualche ramo agghindato davanti alle vetrine sotto ai portici.
Una piccola folla si accalca nei pressi dell'accesso dell'Antico Teatro Arrigoni, mentre la gentile signora che li accoglie fa cenno di no con la testa, i posti sono esauriti, ma per chi ha un po' di pazienza si è deciso di replicare ancora. Si proietta "Pezzi sparsi" di Marta Pasqualini, documentario che racconta la vita di Toni Zuccheri e con la quale San Vito inaugura il percorso "Gli uomini illustri della terra di San Vito".
Va bene, si aspetta, ma nel frattempo? Decido di prolungare la passeggiata fino alla Chiesa di San Lorenzo, dove mi attende un'altra sorpresa: una mostra fotografica dedicata a Gianni Berengo Gardin

Un incontro con un personaggio che ancora non conoscevo ed un tuffo in bianco e nero attraverso i cambiamenti delle epoche, dei costumi e del sociale.
Dagli archivi de La Gondola di Venezia e del CRAF di Spilimbergo, si snoda un percorso che mi accompagna da Parigi a Venezia, dalla fine degli anni 50 alle figure femminili della Milano degli anni 70; dal profilo di una donna con un filo di perle, alle teste rasate ed ai sorrisi incerti dei reportage scattati all'interno dei manicomi ai tempi di Basaglia.
A spiegare il suo operato la voce dell'artista stesso, grazie ai filmati delle sue interviste, in cui racconta com'è cambiato il modo di fare fotografia attraverso i tempi e di come siano nati alcuni suoi progetti, diventati poi libri, nonché archivio di un vissuto che acquisisce valore di memoria storica. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino all'8 gennaio 2017 e sarà visitabile, con ingresso libero, i venerdì, sabato e domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,00 (per maggiori informazioni  ed aggiornamenti consiglio comunque di consultare il sito del Comune di San Vito al Tagliamento).

Approfittando della insperata occasione della proiezione supplementare, approntata per non deludere le numerose persone che erano rimaste escluse dal tutto esaurito, mi appresto finalmente ad assistere alla proiezione del documentario "Pezzi Sparsi".
Appollaiata in una delle mie postazioni preferite, già nei pochi minuti che precedono l'evento mi guardo attorno: ci si sente bene, a proprio agio, accolti dai rumori ovattati, dall'aroma del legno, dall'atmosfera calda e dai dettagli di un posto che profuma di storia.


Non è difficile, qui, in questo piccolo gioiello di teatro, raccogliersi e venir rapiti da quello che si sta osservando. E' ancora più facile se la storia raccontata dal fascio luminoso che si proietta sullo schermo, ha i toni delicati e le immagini eloquenti adoperate da Marta Pasqualini. L'occhio attento, ma non indiscreto, di chi segue con rispetto il lavoro dell'artista Zuccheri, riuscendo comunque a trasmetterne l'aspetto più umano: lo sguardo intenso e la barba arruffata, i momenti di vita all'interno dei laboratori Venini, le fasi di ideazione e progettazione delle sue opere, ma anche gli aneddoti dei collaboratori ed i ricordi dei famigliari. 

Colpiscono, le inquadrature sui particolari minuziosi dei suoi eccezionali animali; colpiscono anche le sue parole, il suo parlare gentile, la sua continua ricerca di ispirazione  che lo fa gettare dei  pezzi di vetro, scarto di lavorazioni della vetreria, all'interno di una stufa per riuscire a tramutarli poi in opere d'arte; "...un'immagine che userei per descrivere mio padre sono le mani..mani tagliate..sempre alla ricerca.." racconta la figlia Orsola.
Di questo bellissimo film si potrebbero ovviamente offrire varie letture: analizzandone la tecnica di realizzazione dei filmati e del montaggio, elencando le opere e la progettualità di Zuccheri dalla sua formazione alla sua intera vita, ma persone più qualificate di me lo hanno già fatto; con questo piccolo diario on line io mi offro solo di raccontare le emozioni che ne sono scaturite e ciò che di esse è rimasto impresso nella mia memoria, sperando che possano incuriosire ed avvicinare a ciò che descrivo, chi ha il piacere di leggerle.
Perché le idee vanno colte subito, come dice proprio in una frase Toni Zuccheri mentre lavora, altrimenti non è che si dimenticano, però...non si fanno più.































mercoledì 2 novembre 2016

Sfumature di ottobre

Se dovessi paragonare questo ottobre ad un modo di dire, per me, sarebbe sicuramente il vecchio adagio rispolverato ad ogni matrimonio: "Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato, qualcosa di blu...".
Il mio ottobre, per quanto abbia cercato di rincorrerlo cogliendone quante più sfumature possibili, è stato proprio così: qualcosa di vissuto...qualcosa di raccontato...qualcosa (sigh!) di perso...e qualcosa di blu.
Blu come il mare del Golfo di Trieste, che ho rivisto solo grazie alle fotografie inviatemi dall'amica Claudia Pugnetti, di cui condivido con piacere gli  scatti.

Blu come l'abbraccio salato fra le migliaia di velisti ed i trecentomila appassionati, o semplici curiosi, che hanno affollato la città approfittando dei numerosissimi appuntamenti sportivi, culturali, musicali ed enogastronomici organizzati in occasione della regata d'autunno.

Per fortuna, la settimana successiva il blu va in replica nel cielo del Pordenonese e osserva benevolo la coda di spettatori che, presso l'Auditorium Concordia, aspetta pazientemente il proprio turno per assistere a "Si fa presto a dire elettrodomestico", de IDue Papu, con la partecipazione del Comune di Pordenone e della Fondazione CRUP.   Fra le persone in fila ci sono anch'io, che ho appreso di questa rappresentazione per caso, mentre il duo animava il fight writing del 17 settembre, a Pordenonelegge; so che racconta della storia della nota azienda Zanussi-Electrolux, in occasione del centenario della fondazione, so che la sera precedente è andato sold out, ma quello che ancora non so, e che positivamente mi sorprende nelle due ore successive, è l'affascinante album dei ricordi di una fabbrica, la cui storia si è dipanata legandosi a quella del territorio e a quella delle persone che ne hanno fatto parte.
La sfida è insidiosa, poiché un così corposo archivio di nomi, date ed avvenimenti potrebbe facilmente trasformarsi in un asettico elenco, ma l'energia dei protagonisti, che sapientemente alternano momenti di umorismo ad altri più toccanti, riesce a raggiungere ed a coinvolgere lo spettatore, catturandone l'attenzione e regalando momenti di autentica emozione.

Non di solo blu vive però l'autunno e così può capitare che, al calar della sera, un brivido di nebbia avvolga le cose. E quale atmosfera migliore per riuscire finalmente a prendere parte ad uno degli "Incontri con l'autore", che si svolgono i giovedì sera a San Vito al Tagliamento?
L'idea mi è piaciuta sin da quando me ne ha parlato Giuliano Biasin, tra gli ideatori e fondatori della soc.coop. Esibirsi: una serata informale, lontana dalla classica immagine della presentazione di un libro, dove avere l'opportunità di sedersi attorno ad un tavolo e di conoscere autori come Francesco Altan o Mauro Tonino; complice il nome del locale, il tema è quello dei libri gialli e dei thriller.
In questo caso l'appuntamento è con Gianluca Scagnetti, giornalista e documentarista, inviato nelle aree dei Balcani, Asia e Medio Oriente: lo spunto lo offre il suo ultimo lavoro "I segreti dell'Ochrana", ma in realtà si spazia dai riferimenti storici ai ricordi, dalle pagine del libro a quelle della cronaca degli anni ottanta, che Scagnetti generosamente condivide con genuino trasporto e simpatia. Una formula insolita, che offre la tutt'altro comune possibilità di affacciarsi a nuove opportunità di conoscenza e confronto, sorseggiando magari un buon bicchiere di vino. Prossimo appuntamento giovedì 3 novembre con Francesca Raffaella Guerra e la Collana di Libri Gialli Terra di Misteri.





Ormai per ottobre è tutto...qualcosa di blu...qualcosa di raccontato...qualcosa di vissuto...Buon nuovo mese e...a presto!